martedì 12 aprile 2011

Il mio viaggio in Giappone - parte 1

Milano Tokyo, 12 ore di viaggio per un volo diretto. Full immersion da subito, in quanto era un volo JAL (Japan Airlines) compagni nazionale e l'aereo era pieno di giapponesi sulla via di casa. Anche il personale di bordo era quasi tutto giapponese, quindi messo piede sull'aereo ero già in terra straniera si può dire!
Stazione di Kyoto
Il mio era un viaggio di gruppo e si sa, in gruppo queste esperienze si vivono più spensieratamente, a me non mi piace viaggiare da solo. Trovo che condividere un viaggio sia rassicurante, hai sempre qualcuno a cui ti puoi rivolgere e che ti capisce, soprattutto in un paese dove la lingua può davvero diventare un problema.
Arrivati a Tokyo abbiamo preso lo shinkansen  e siamo andati subito a Kyoto, dove il primo impatto con la città è stato con l'ultra moderna stazione e appena fuori, nella notte ad accoglierci, la torre di Kyoto illuminata.
Kyoto Tower

Ci siamo poi avviati alla nostra ryokan, una piccola costruzione a un piano con un anziano signore che cercava di provvedere ai nostri bagagli. Cosi dopo essersi rigorosamente tolti le scarpe e aver indossato le ciabatte in dotazione ci siamo sistemati nelle nostre stanze, con porta scorrevole, pavimento in tatami e i futon. Su ogni futon, tre per stanza, ripiegato uno yukata, la veste da camera giapponese si potrebbe definire.
Il primo giorno, una mattina uggiosa, dopo una colazione cosi poco orientale ma molto appagante da Starbucks, dove tra l'altro ho avuto il primo di molti incontri nei giorni successivi con un water tecnologico, con tavoletta riscaldata, elettricamente alimentata con suoni vari per coprirne altri....
A Kyoto si gira prevalentemente in autobus, efficientissimi, pulitissimi, ordinati, un altro mondo dai nostri ma, anche piuttosto bassi! In piedi continuavo a sbattere la testa sulle barre poggiamano sul soffitto, alla fine stavo sempre al centro del corridoio con una barra a destra e una a sinistra della mia testa. suscitando anche l'ilarità dei miei compagni di viaggio!

Nijo-jo
Prima tappa Nijo-jo. Costruito nel 1603 era la residenza dello shogun Tokugawa. La particolarità della residenza sono i pavimenti interni, chiamati dell'usignolo perché costruiti in modo da produrre rumori e scricchiolii quando ci si cammina sopra, in questo modo lo shogun poteva udire ogni movimento e nessuno poteva avvicinarlo senza che se ne accorgesse. La residenza è circondata da un fossato e inserita in un complesso di giardini con laghetti, fiori, rocce e lanterne votive. All'interno un ulteriore fossato quadrato con edifici e giardini.

Tempio d'Oro
Tappa successiva, il Kinkaku-ji anche detto tempio d'oro. La costruzione originale risaliva al 1397, ma nel 1950 un monaco gli diede completamente fuoco. Il tempio che possiamo vedere attualmente è una ricostruzione su disegno originale del 1955 ma in questa occasione la copertura con lamina d'oro venne estesa anche al piano inferiore. Tutto intorno un bel lago con pini dalle forme più strane, sentieri, statuine votive e carpe, sì, in Giappone ci sono carpe ovunque, dove c'è un laghetto o pozza d'acqua quasi sicuramente ci saranno le carpe. Medie, grandi e grandissime, nere, rosse, bianche e chiazzate!
Oltre alla bellezza di questi luoghi girano anche un sacco di scolaresche in gita, in uniforme scolastica, che spesso si incuriosivano di questi gaijin e molti ci salutavano o si mettevano in posa per farsi fotografare come vere star.

Piccola parentesi, sapete cosa non manca mai ma proprio MAI in Giappone? Certo si, oltre i giapponesi ovviamente? I distributori automatici!! Detto cosi sembra niente di ché, ma vi assicuro si rimane sconcertati... Erogano di tutto, dalle classiche lattine e bottigliette ai bicchieri di granita fino a menù completi. Bibite come la DrPepper, una cola favolosa al gusto dichiarato di amarena (a me sembrava cannella...), la Fanta Grape, Lemon, Melon, the verdi freddi e caldi, caffè lunghi, cappuccini, latte dai gusti imprecisati sia freddi che caldi, succhi di frutta chimici, insomma una meraviglia. Perfino le bottigliette dell'acqua erano una continua sorpresa!!
Itadakimasu!
E come primo giorno finalmente anche il mio primo vero pasto alla giapponese, una ricca porzione di riso coperta da anguilla caramellata. Davvero ottima. Non serve ordinare l'acqua da bere, la portano sempre loro ed è gratuita, una pacchia per me che non bevo alcolici. 

Nel pomeriggio tappa al Ryoan-ji temple con il suo giardino zen dalle 15 pietre. Qui e là molti sakura erano ancora in fiore anche se il pieno della fioritura era ormai passato.
Come un bambino curioso e avido guardavo ed ero attirato da tutto, macchine, edifici, bibite laghetti, tutto così particolare tutto così nuovo e le persone, anch'esse cosi interessanti nella loro apparente normalità, signore in kimono, ragazze punk, donne con l'ombrellino da sole perché abbronzarsi è considerato di "cattivo gusto", ragazzi con la divisa scolastica, ma ancora non avevo visto Tokyo...
La sera siamo andati a mangiare in un locale tipico, un izakaya, li ho scoperto l'umeshu, un liquore dolce di prugne, servito freddissimo nel nostro caso e davvero ottimo, una delle rare volte in cui mi sono dato all'alcol.

Nella prossima parte vi parlerò ancora di Kyoto.

Nessun commento:

Posta un commento