mercoledì 2 gennaio 2013

Urasenke, la mia prima cerimonia del the

Qualche settimana fa insieme ad un gruppo di studio sulla cultura giapponese ho partecipato ad una cerimonia del the. Era il secondo incontro di uno dei corsi organizzati dall'Istituto Giapponese di Cultura a Roma, e si è svolto al centro Urasenke.
E' stata una bella esperienza partecipare in prima persona alla Cha no Yu, vi avevo assistito due volte ma mai con esperienza diretta, in questa occasione la maestra del the ha preparato e offerto a ognuno di noi una tazza di matcha e un wagashi (docetto giapponese) che per questa occasione speciale era un manju fatto in casa. La cerimonia è avvenuta in una stanza che riprendeva lo stile tradizionale giapponese, ovvero una sorta di chashitsu con tanto di tatami e tokonoma e, incassato nel pavimento, l'alloggiamento in uso solo per la stagione invernale per il kama (il bollitore).
Abbiamo potuto cosi osservare con vivo interesse i calmi e codificati movimenti, invariati da secoli, della maestra che condivideva la sua esperienza con noi. Abbiamo potuto capire quello che si "nasconde" dietro a quella che per un neofita è una semplice tazza in terracotta, la provenienza del matcha, con che stato d'animo l'officiante prepara la bevanda e i cenni storici e culturali alle radici di questa cerimonia.

Ma forse qualcuno si chiederà: "si e allora?? Come si svolge a livello pratico la cosa, cosa succede realmente?"
Cercherò di rendere a parole lo svolgimento pratico della cerimonia.
L'assistente della maestra del the fa accomodare l'ospite che sarà senza scarpe nella chashitsu, egli si accomoderà in ginocchio sui tatami dopo aver osservato i particolari della stanza (tokonoma), le ginocchia possono essere leggermente aperte (un pugno di distanza per le donne due per gli uomini).
Vengono preparati gli oggetti necessari alla cerimonia se già non sono presenti.
Poi entra nel completo silenzio la Sensei che prende posto dietro al kama, procede alla preparazione e posizionamento degli strumenti, questo è un procedimento che richiede un po' di tempo.
L' assistente porta il wagashi e lo sistema davanti all'ospite con un inchino.
A noi è stato chiesto se l'acqua bollente fosse di nostro gradimento, in quanto i giapponesi amano l'acqua molto calda. Una volta accertato il nostro gradimento per l'acqua, siamo stati invitati a mangiare il dolcetto mentre la Sensei procedeva alla preparazione della singola tazza per il primo ospite.
Il primo ospite è anche il tramite per tutti gli altri, è lui che dovrebbe idealmente comunicare con l'officiante in un linguaggio prettamente non verbale.
La tazza viene poi presa in consegna dall'assistente che dopo averla fatta ruotare di 180° con due movimenti,  per mettere in evidenza verso l'ospite il lato più pregiato, gliela depone davanti con un inchino che deve essere contraccambiato. A quel punto si prende la tazza con entrambe le mani, la sinistra si posiziona sotto e con la destra che la avvolge la si ruota nuovamente due volte e si beve il liquido verde intenso. Una volta vuota si può ammirare l'oggetto se si desidera farlo e poi deporlo nuovamente con un inchino.
Credo di aver riassunto molto stringatamente quello che è avvenuto, ovviamente mi scuso per le imprecisioni che ci saranno e per i particolari che ho omesso per questioni pratiche.

Quella a cui ho partecipato era una cerimonia della scuola Urasenke, ma ve ne sono diverse che differenziano per metodologia e approccio alla cerimonia del the.
Inoltre, nella situazione ideale, il perfetto concepimento della cerimonia avviene già prima che si entri della stanza del the, in quel caso infatti si parla di un padiglione del the, al quale si accede attraverso un giardino dove nulla sarà lasciato al caso ma non forzato in perfetta armonia con la natura.

Riferimenti:
http://www.urasenke.or.jp
Centro Urasenke Via Giovanni Nicotera 29
00195 Roma