domenica 15 aprile 2012

Autostop con Buddha

Autostop con Buddha
Viaggio attraverso il Giappone
Will Ferguson
(2010), 12,5x19,5cm, 454 pagine, b/n, brossura
ISBN 978-88-07-72128-1
prezzo di copertina € 12,50
Feltrinelli (edizione Universale Economica Feltrinelli)

Eccomi qui con una nuova recensione su un'altro libro che ha come tematica il Giappone. Il libro è Autostop con Buddha, Viaggio attraverso il Giappone di Will Ferguson edizione Feltrinelli prima edizione italiana 2007. Si tratta di una sorta di diario di viaggio, l'autore, un insegnante di inglese di origine canadese, decide di partire per un viaggio attraversando tutto il Giappone da sud a nord. Da Capo Sata nel Kyushu fino a Capo Soya nell'isola di Hokkaido seguendo la fioritura dei Sakura (i fiori di ciliegio). La particolarità di questo viaggio è che il protagonista si impone di fare il percorso tutto in autostop, a diretto contatto quindi con i giapponesi, poco  avvezzi alla pratica dell'autostop e notoriamente riservati e restii ad approcciarsi con gli stranieri. Sembra un impresa impossibile, ma in realtà i presupposti verranno presto smentiti. 
In genere i libri di questo tipo sono scritti da persone che amano il Giappone e ne apprezzano la cultura. Tuttavia già dai primi paragrafi si percepisce che Will Ferguson non ama affatto il Giappone e i giapponesi e che si trova li probabilmente perché, come dice lui, percepisce uno stipendio "incredibilmente alto". Risulta altamente insofferente, con manie di persecuzione, con un complesso sul suo peso che non manca di riversarsi sui malcapitati che incontra, una fin troppo alta considerazione di se e della cultura occidentale (canadese-americana in particolare). 
Il suo passatempo preferito oltre che criticare usi e costumi è quello di mettere in difficoltà (alle volte offendere) i suoi interlocutori, in un occasione almeno arrivando ad aggredire verbalmente una delle persone che gentilmente gli offre un passaggio, reo di averci messo troppo ad arrivare facendolo bagnare sotto la pioggia. In un'altra occasione il nostro eroe afferma di essere stato sul punto di aggredire una povera vecchia perché, non capendo completamente quello che cercava di dirgli, pensava gli stesse dando del grassone.

So che in molti hanno trovato una vena ironica in questo libro, che sospetto non voluta dall'autore, come spero non fosse voluta l'agghiacciante gaffe che fa quando per descrivere i nuvoloni neri in cielo li paragona ad esplosioni nucleari...
Devo dire che ho letto comunque tutto il libro anche se mi ha lasciato molto infastidito, badate bene, non nego e sono ben cosciente dei molti e importanti lati negativi a tutt'oggi presenti nel Giappone e nella sua società, poco noti, di cui non si parla mai o quasi. I giapponesi (e spesso chi ama questo paese) con estrema ipocrisia, preferiscono non parlare assolutamente o addirittura negare questi argomenti che li riguardano come la caccia alle balene, l'enjo koosai, l'hikokomori e le discriminazioni verso i burakumin, i filippini gli half ecc. 
E' giusto comunque dire che il bilancio non è solo negativo, in quanto i cenni geografici e storici, molti racconti di vita quotidiana, descrizioni di luoghi e leggende e aneddoti interessanti e curiosi valgono comunque la lettura di questo volume che in questa ottica non mi sento affatto di sconsigliare. 
A voi la parola ora, avete letto questo libro? Avete una diversa idea in merito? Fatemela sapere!

5 commenti:

  1. Ho letto questo libro qualche anno fà, l ho lasciato e ripreso più volte, è stata una lettura sofferta.....
    Non esiste un Paese perfetto,ed ovviamente il Giappone non lo è, tuttavia, non apprezzo chi ha una tale chiusura mentale nei confronti del diverso.......

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    1. Per fortuna, finora tutti mi avevano parlato di questo libro come di un capolavoro, almeno non sono l'unico a pensarla diversamente!

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  2. Ecco, mi ricordavo di questo post, tanto per dire che l'opinione su un libro varia da persona a persona... a me questo era piaciuto xD
    E' passato diverso tempo da quando l'ho letto, però non mi aveva lasciato un'impressione negativa, anzi io sono tra quelli che ci hanno colto dell'ironia... lo rileggero'!

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  3. La tua critica mi lascia veramente interdetta. Autostop con Buddha, nonostante il terribile titolo, è un libro pieno di ironia sì (come hai fatto a non trovarla?), ma che ha come scopo principale descrivere il complesso rapporto di amore e odio nei confronti del Giappone, con il quale qualunque occidentale deve fare i conti. E lo dice una che il Giappone lo ama da che ha memoria.

    Le riflessioni che l'autore fa all'interno del libro vanno ben oltre una descrizione del Giappone basata sulla scelta tra bello/brutto, buono/cattivo e che certo non si limitano alla caccia alla balene, o all'enjo kosai, appunto che considero davvero superficiale. Personalmente consiglio questa lettura a chiunque voglia avvicinarsi ai giapponesi con spirito e affetto ma anche con uno sguardo critico e attento, da gaijin, quali tutti noi siamo. Tra parentesi l'autore ha sposato una giapponese, quindi dubito che li odiasse così tanto.

    "Prima di arrivare in Giappone, avevo un rispetto tremendo per i giapponesi, però non mi piacevano un granché. Adesso, dopo cinque anni in questo paese irritante ed eccentrico, dopo aver viaggiato da un capo all'altro, dopo aver lavorato e vissuto e giocato con i giapponesi, dopo aver visto oltre gli stereotipi, dopo essermi confrontato con le loro ossessioni e le loro paure, le loro insicurezze e la loro arroganza, la loro gentilezza e le loro manie, dopo aver sperimentato in prima persona le numerose contraddizioni che sono il Giappone, ho scoperto di non rispettare più i giapponesi come prima, ma in compenso mi piacciono molto di più."

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  4. Amo il Giappone e l'ho visitato diverse volte. Per questo tutti i libri che trattano l'argomento prima o poi finisco per leggerli.

    Ho trovato la recensione molto equilibrata e perfino fin troppo benevola nella parte finale.
    Ferguson riesce a risultare antipatico fin dalle primissime pagine. La sua presunta ironia forse riesce nelle opere in cui si occupa della cultura che gli è propria, quella canadese, ma qui sanno solo di inutile spocchia.
    Le parti con gli approfondimenti storici poi risultano asettiche e didascaliche, forse anche fuori luogo per un'opera di questo tipo. L'impressione è che l'autore abbia imparato molto sul Giappone senza però capire niente.

    Ovviamente le impressioni sono sempre personali ma comunque sconsiglio l'acquisto di questo libro (non vi basta il titolo demente per desistere?), magari fatevelo prestare, tanto qualcuno disposto a liberarsene lo troverete sicuramente ;-)

    -STE-

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