martedì 21 febbraio 2012

Caramelle dal Giappone

Eccovi una bella carrellata su alcune caramelle che ci sono nei vari konbini e chioschi sparsi nei pressi delle stazioni. Amo questi chioschetti e i konbini, ci si trovano le cose più strane (per noi)  colorate e dai gusti più improbabili! Il gusto uva è tra i più gettonati e deve piacere molto ai nostri amici nipponici, visto che caramelle gelati e bevande al "gusto" uva abbondano. Poi ci sono le caramelle alla soda, di Doraemon, le Glamatic, queste ultime disponibili sia in nero, così chic, che anche nella versione bianca gusto lattoso, ma quelle le ho mangiate subito.. E che dire di quelle al gusto Fanta? Se andate in Giappone portatemi qualche dolce mi raccomando! ^_^

sabato 11 febbraio 2012

Il Giapponese Coi Manga

Il Giapponese Coi Manga si prefigge come unico scopo di insegnarci i kanji, ovvero la parte più complessa della lingua giapponese, con l'aiuto dei manga. In ogni pagina troviamo una mini vignetta con balloon in hiragana e katakana in cui è presente il kanji, la traduzione in italiano (anche se non proprio letterale), il significato principale del kanji, le rispettive pronunce in giapponese e la sequenza dei tratti in cui va scritto, non è presente invece la trascrizione in romaji.
La prima parte del libro insegna 97 kanji, atti a superare il livello 4 del JLPT, ma mi sembra doveroso mettere sull'avviso che l'edizione originale risale ormai al 2004 (italiana 2010) e non è stata aggiornata, se  non ricordo male nel 2010 il JLPT ha subito una riforma e i livelli presenti non sono più quattro come riporta questo testo ma cinque, con conseguenti cambiamenti. Altra cosa che ho notato, e degna di essere riportata, è che questo testo decide di non usare prima la pronuncia onyomi e poi la kunyomi, come è di solito uso nella maggior parte dei libri di lingua giapponese, ma di invertirle (alcuni testi lo fanno) ma se avete studiato come me nell'ordine on e kun risulta fastidioso.
Segnalo anche il secondo volume, esattamente come il primo solo che introduce un'altra vagonata di nuovi Kanji.

Il Giapponese Coi Manga
Glenn Kardy disegni di Chihiro Hattori
(2010), 15x21 cm, 193 pagine, b/n, brossura
ISBN 978-88-7471-227-4
prezzo di copertina € 12,00
Kappa Edizioni






Il Giapponese Coi Manga 2
Glenn Kardy disegni di Chihiro Hattori
(2011), 15x21 cm, 189 pagine, b/n, brossura
ISBN 978-88-7471-298-4
prezzo di copertina € 12,00
Kappa Edizioni






In totale i libri vogliono aiutarci a familiarizzare con circa 370 kanji, con vignette divertenti e disegni stile shoojo deformed carini (e se vi piacciono è lo stesso illustratore de La Cucina Manga), il prezzo di 12 euro cad è contenuto una buona alternativa ai soliti testi seriosi che insegnano i kanji e secondo me è un buon acquisto!

mercoledì 1 febbraio 2012

Genkan - 玄関

Sia che si prenda in considerazione un'abitazione tradizionale, con tatami e shouji, oppure un appartamento moderno dotato di tutti i più moderni comfort, in Giappone una cosa a cui non si rinuncia, e che distingue sempre l'abitazione giapponese antica o moderna che sia, è il genkan (si pronuncia ghenkan). Il genkan è l'ingresso dell'abitazione giapponese, un'anticamera che si trova appena entrati in un appartamento (ma non solo), in genere è ribassato rispetto al pavimento del resto della casa, non è ricoperto in legno ma in altro materiale meno delicato come piastrelle o pietra, questo perché vi si accede con le scarpe, anche bagnate se fuori piove. 
In questo spazio si procede con uno dei riti al quale un occidentale difficilmente riuscirà a sottrarsi e al quale ci si dovrà necessariamente abituare, sia per un lungo ma anche per un breve soggiorno, ovvero il togliersi le scarpe prima di accedere alla parte vera e propria dell'abitazione. I giapponesi sono molto puliti e ci tengono molto all'igiene e anche per questo non girano per casa calzando le scarpe, bensì se le tolgono nel genkan e li le lasciano e badate bene che non è facoltativo ma tassativo, si fa cosi e basta. Ci si leva le scarpe e, o si lasciano rivolte verso l'uscita, alla base del gradino che separa questo spazio dal resto della casa, o vengono riposte in un apposito stipo chiamato getabako, una volta riposte ci si mette le surippa (dall'inglese slippers) ovvero le ciabatte disponibili per gli ospiti, oppure eventualmente si gira per casa con i calzini, ma di certo non con le scarpe...
Ho detto che difficilmente sfuggirete a questa ritualità perché anche se magari non avete amici in Giappone che vi inviteranno nella loro abitazione, anche entrando in un izakaya, in un ristorante, nella vostra ryokan, in un albergo, nei templi, in alcuni musei, ecc. vi dovrete togliere le scarpe, quindi preparatevi, calzature comode magari evitando stivali con allacciature vittoriane hehehe...