venerdì 9 settembre 2011

Istituto Italiano di Cultura a Tokyo

Una delle mie mete del secondo viaggio a Tokyo era l'Istituto di Cultura Italiana, non lo so, ma non potevo esimermi dall'andare a dare un occhiatina a un pezzetto di Italia a Tokyo.. Cosi un giorno mi sono fatto una bella passeggiata e ci sono arrivato! Il "nostro" istituto di cultura si trova vicino al palazzo imperiale a Kudanshita; dodici piani più due interrati che ospitano un auditorium e una biblioteca di oltre 15 mila volumi, sorge su terreno "italiano" donatoci negli anni 30 dal barone Takaharu Mitsui in segno di amicizia fra i due paesi, a riprova di questo una targa in pietra lasciata dal nobile giapponese posta nel vecchio giardino dell'istituto insieme a un albero di cedro centenario. La nascita del primo edificio risale al 1941, nel 1945 l'edificio viene distrutto da un bombardamento e solo nel 1959 l'istituto venne ricostruito interamente e da allora la sua attività continua fino ad oggi. La struttura attuale in vetro metallo e cemento,  è su progetto dell'architetto Gae Aulenti, la facciata è a forma di grata dipinta di colore rosso lacca, i lavori cominciano nel 2003 ad opera della società Kajima a costo zero per l'italia che lascia in uso per ciquant'anni due terzi dell'edificio a quest'ultima e terminano nel 2005, anno in cui si inaugura il nuovo edificio. 
Un aneddoto curioso che non tutti conoscono riguarda questo edificio di design, pare che il rosso lacca adottato dalla ditta costruttrice sotto suggerimento dell' architetto abbia creato non pochi dissapori, infatti di fronte si trova il palazzo del gruppo editoriale Yomiuri, il suo presidente Tsuneo Watanabe ha ingaggiato una vera e propria lotta di forza contro l'istituto italiano, a quanto pare il gruppo non gradisce la tonalità troppo accesa di rosso! Per diversi anni ha cercato in tutti i modi di far ridipingere il palazzo della Aulenti senza ottenere il suo scopo, usando anche la propria testata giornalistica, il quotidiano "Yomiuri Shimbun" uno dei maggiori del paese, per attivare petizioni a tal fine, arrivando a protestare anche con il governo italiano creandone un affare di stato. Colore che peraltro è stato scelto appositamente per il Giappone, richiama infatti il rosso di cui sono colorati i palazzi imperiali i templi e i torii in tutto il paese. Il progetto in quanto tale è stato presentato e approvato dalla municipalità nella sua interezza, nella forma e nel colore prima della costruzione. Ma tant'è che ad oggi, il nostro Istituto di Cultura sfoggia ancora il suo ben noto e discusso rosso lacca sulla facciata e devo dire che gli dona molto...




2 commenti:

  1. L'edificio a cui fai riferimento è si costituito da 12 piani, ma dell'Istituto sono solo il pianterreno, il primo piano, i due seminterrati e il dodicesimo. Quelli intermedi sono della ditta costruttrice che li gestisce in affitto a ditte varie a prezzi salatissimi. Basti pensare che lo stesso Istituto ha dovuto prendere in affitto una singola stanza al secondo piano al "modico" prezzo di 800.000 yen al mese.
    Prima di osannare tanto ciò che non conosci, informati, per favore.
    Non commento poi come è stato costruito e a quali condizioni ... Proprio da Italia degli orrori.

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  2. Non so quale post tu abbia letto o creduto di leggere, ma io ho scritto chiaramente "a costo zero per l'Italia che lascia in uso per ciquant'anni due terzi dell'edificio a quest'ultima"
    Quindi prima di criticare qualcosa prenditi almeno in disturbo di leggere bene.

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