lunedì 20 maggio 2013

Hotel Edoya ホテル江戸屋

In questo post vi parlo della mia ultima sistemazione a Tokyo. Per questo terzo soggiorno ho deciso di optare per l'hotel EDOYA che si trova a Ueno, disponibili sia camere con letto occidentale sia camere tradizionali in stile ryokan. Sono stato attirato dalle camere in stile ryokan spaziose e dal prezzo contenuto. L'Edoya ha diverse cose positive oltre al prezzo e le ampie camere, offre il servizio colazione compreso, è vicino alla fermata metro (Yushima) ed è molto vicino anche ad Akihabara (ci si arriva a piedi), inoltre all'ultimo piano ha un ofuro e un rotenburo e nell'interrato, un ristorante niente male. 
Il personale di reception parla abbastanza bene inglese, soprattutto l'okami. L'hotel di cui ho fatto un accurata recensione su Tripadvisor, soffre degli anni in servizio, avrebbe bisogno di una decisa rinnovata, ha si molti punti in suo favore, ma ce ne sono per contro altri a sfavore che ora vado ad illustrare. Partiamo dalla lobby, unica zona coperta dal wi-fi, ha tovaglie decisamente da cambiare cosi come le tappezzerie. I due ascensori sono alquanto vetusti e a tal proposito ho un simpatico aneddoto da raccontare.
Una mattina sono rimasto chiuso in uno dei due! Esattamente tra l'interrato e il piano terra, bloccato, valuto la situazione e la possibilità di aprire lo sportello di emergenza per usare il telefono di sicurezza, ma dovermi spiegare nel mio stentatissimo giapponese mi metteva più agitazione di essere rimasto chiuso nell'ascensore, quindi opto per prendere tempo... riprovo la pulsantiera in tutti i suoi pulsanti ma l'ascensore non riparte... mi guardo in giro... poi in un lampo di genio, trovo la soluzione perfetta, tiro fuori il cellulare e chiamo il mio amico per informarlo della cosa e mandarlo alla reception, peccato che il cellulare non aveva campo!! Così con la morte nel cuore decido di aprire lo sportello ad altezza pavimento, dentro vi è una cornetta bianca, tipo quelle per le comunicazioni radio della terza guerra mondiale, prendo la cornetta e comincio mentalmente a formulare qualche parola in giapponese visto che non conosco bene l'inglese, ma dalla cornetta non arriva suono, guardo meglio e vedo che è priva della pulsantiera ma ha un solo bottoncino, beh ecco come si chiama penso, ecco come funziona! Premo... aspetto... niente, va bhe ripremo... aspetto... niente!! Alla faccia dell'efficienza giapponese! Ecco a quel punto ho iniziato a sudare freddo (iniziava anche a fare caldo a dire il vero), bloccato con il cellulare che non prendeva e non funzionava nemmeno l'interfono di sicurezza, e adesso??  Ho iniziato a chiamare a gran voce, niente, ho iniziato anche a battere sulle porte, niente..... Bella situazione vero? Come ne sono uscito alla fine? Visto che nessuno si faceva vivo ho preso a forzare le porte dell'ascensore, fortunatamente non sono gracile e sono riuscito ad aprirle dall'interno e dopo vari tentativi con le porte, sono riuscito a farlo ripartire! Si forse questo post avrei dovuto chiamarlo "Terrore nell'ascensore"...
voglio un futon anche a casa!
Ma ho divagato troppo, quindi tornando in tema aggiungo che la mia camera era al quinto piano e che  moquette e pareti dei corridoi hanno visto tempi migliori. La stanza all'interno aveva diversi acciacchi, come la doccia in cui non si poteva miscelare l'acqua fredda con la calda, o il sistema di areazione che non aveva l'interruttore e ancora un armadio a muro molto ampio ma chiuso a chiave e inutilizzabile dall'ospite. La pulizia giornaliera del water e del lavandino non era delle migliori. Cosi come la pulizia dell rotenburo in generale era alquanto trascurata. Ma la cosa più assurda in assoluto era una mega fontana in pietra in un angolo della stanza, ovviamente non funzionante, che occupava prezioso spazio vitale!
l'inutile fontana....
Invece di buono c'è che tutti i giorni venivano cambiate le lenzuola, gli asciugamani e gli yukata, riassortiti i prodotti da bagno quali saponetta shampoo ecc. Nella lobby era a disposizione 24 ore una postazione con caffè americano acqua bollente e bustine di tè sia verde che nero e zucchero. Tre distributori di bevande, uno all'entrata con bevande calde, e due al sesto piano uno con birra e l'altro con acqua e bevande fredde. La comodità del ristorante e il tradizionale ofuro.


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